Mio Nonno

Sono stata poco con Nonno Mario, il padre di mio padre. È morto quando avevo solo 10 anni, viveva con noi ma da quando avevo circa cinque anni era malato, tanto da diventare un vegetale e passare gli ultimi anni della sua vita in un letto. Ma lui è sempre stato speciale per me, era un uomo moderno dalle idee rivoluzionarie, se così si può dire, era molto sensibile, ed ha vissuto la bruttissima esperienza della prigionia nella seconda guerra mondiale che gli ha lasciato un segno indelebile nel cuore. Di mio nonno ho il carattere, uguale spiccicata, così mi dicono, ma nonostante fossi così piccola, in quei pochi anni, noi ci siamo capiti ed un filo d'aria ci continua a legare. Volevo stare sempre con lui, persino quando era malato e non mi riconosceva più, io volevo stare accanto a lui. Quando stava per morire ero in camera dei miei genitori con una vicina di casa e a turno i miei, lui era tre stanze più in là...lui spirò, io capii cosa era la morte, non c'era bisogno di storie di angeli o cose varie perché in quegli anni avevo scoperto cosa fosse la sofferenza . Oggi, sono ancora uguale a lui, sono un concentrato di emozioni, sono la gioia e la disperazione a forte intensità, sono il suo ricordo e nei miei pensieri, ogni tanto, sono anche quel dolore immenso che si portava dietro dopo quelle tremende esperienze. Quello che avevano visto i suoi occhi lo uccidevano dentro. Io sono lui. Ringrazio i miei genitori per avermi raccontato il suo dolore perché finalmente capisco tutto di lui ma soprattutto capisco me stessa.

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